Giovedì 7 Novembre 2024
ore 17.00
Sala dei Presidenti
La Biblioteca è distinta in due reparti di notevole importanza: l'uno costituito da opere e da opuscoli provenienti da cospicui lasciti di soci, da omaggi di autori e di editori; l'altro dai Periodici di alta cultura, prevalentemente scientifica, ricevuti, per lo più in cambio con le “Memorie” e gli “Atti” dell'Accademia, a cominciare dalla prima metà dell'Ottocento.
L'attuale consistenza - in volumi, fascicoli sciolti, opuscoli - supera i 140.000 pezzi. Non è possibile dare la cifra esatta in quanto l'aggiornamento dei cataloghi e dello schedario è in corso (una parte del materiale è già inserito nel catalogo informatizzato della rete della Provincia di Modena).
Promossa fin dal 1792, la Biblioteca non poté impostarsi definitivamente se non dopo il 1817, quando l'Accademia, per decreto ducale, entrò in possesso delle suppellettili della “Società agraria” e della “Società di arti meccaniche”, che avevano avuto nobile, ma breve vita, nel periodo franco-italico.
Si accrebbe nel periodo della Restaurazione, in stretto rapporto con l'intensa attività degli accademici e con le pubblicazioni scientifiche effettuate dalle tipografie del Ducato estense. Le relazioni poi, allacciate con le accademie e gli istituti esteri di alta cultura, consigliarono e attuarono i detti scambi di stampe periodiche, che fecero e fanno di questa biblioteca uno dei centri bibliografici di maggiore interesse per le ricerche e l'aggiornamento in molti rami di studi.
Oltre ai periodici, che sono la zona più viva e vitale del complesso accademico, un altro prezioso terreno di studio è offerto da alcune decine di migliaia di opere e di opuscoli pervenuti - come si è detto - da generosi lasciti di patrizi e studiosi modenesi e da omaggi di soci, di autori, di editori.
I lasciti o legati più cospicui sono dovuti alla liberalità dei seguenti:
marchese Luigi Rangoni, conte Guido Bellentani, conte Luigi Boschetti, giureconsulto Giuseppe Gerez, march. Giuseppe Campori, Giovanni ed Enrico Caroli, Eredi Gusmano Soli, sig.ra Ida Bonomi Cavicchioni, prof. Alberto Aggazzotti, eredi fam. Rossi Veratti.
Non è possibile dare indicazioni adeguate sul valore della biblioteca in relazione alle materie, al pregio, alla rarità delle edizioni: e questo s'intende bene, se si riflette che nessuno nell'Accademia presiedette ad acquisti di opere secondo l'interesse o i bisogni del momento o secondo scopi generali; ma i libri, nelle dette raccolte private, avevano risposto solamente ai gusti personali, alla cultura, all'educazione dei donatori. Osserviamo però che scarsissima è la consistenza di opere, per così dire, di pura letteratura, vuoi di versi vuoi di prosa di invenzione: abbondano invece le ponderose opere di erudizione, di storia e sopra tutto di carattere scientifico e le collezioni e serie di memorie di università, di accademie dei paesi europei ed extra europei.
Quando nello scorso secolo la bibliofilia, già passione negli umanisti, né più spenta nelle classi colte, si ravvivò al culto delle stampe antiche e preziose per bellezza di tipi, anche gli accademici si curarono della ricerca e della distinzione delle stampe rare della loro biblioteca; e se ne trova cenno nei verbali delle adunanze; e il Franciosi e il Riccardi e il Patetta poterono riconoscere e segnalare pezzi di particolare valore.
Uscirono così dalla folla una trentina di incunaboli di gran pregio e, avanti tutti, il “Morgante” del Pulci nella primissima edizione, fino allora ignota, e nell'unico esemplare fino ad oggi conosciuto.
(da: G. Cavazzuti, I duecentosettantacinque anni della Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena , Modena 1958)
Giovedì 7 Novembre 2024
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Sala dei Presidenti