Martedì 20 ottobre 2020, ore 16.30
REGISTRAZIONE DELLA CONFERENZA
SEZIONE DI SCIENZE FISICHE, MATEMATICHE E NATURALI
SEZIONE DI SCIENZE MORALI, GIURIDICHE E SOCIALI
SEZIONE DI STORIA, LETTERE E ARTI
SALA DEI PRESIDENTI
Roberta Cavazzuti
La riflessione sul tempo ha sempre costituito una delle grandi questioni su cui ha dibattuto il pensiero occidentale: filosofi, poeti e romanzieri dal mondo classico al mondo moderno e contemporaneo hanno accolto nelle loro opere questo tema con cui ogni uomo inevitabilmente si misura. Da Catullo a Orazio, da Seneca a Agostino; da Dante a Petrarca, da Alfieri a Foscolo e ai grandi poeti del Novecento il tempo si accampa come protagonista: ora adempie ora distrugge, ora serba intatta la memoria ora la corrompe. Ma la percezione temporale muta radicalmente nei decenni fra Otto e Novecento, segnati da innovazioni tecnologiche e riflessioni scientifiche in stretto dialogo con il pensiero filosofico: entra allora in crisi la concezione del tempo come linearità, insieme con l'idea di una realtà oggettiva e misurabile entro le scansioni ben delimitate di passato, presente e futuro. Ed è il romanzo, genere tradizionalmente aperto e onnivoro, ad accogliere le nuove intuizioni estetiche della vera e propria rivoluzione che si produce nel sentimento del tempo. Il tempo deformato della coscienza nei romanzi di Svevo, il tempo della distruzione e della assenza di Gita al faro di Virginia Woolf, il tempo sospeso dell'attesa della Montagna incantata costituiscono solo alcuni fra i molti esempi che si potrebbero addurre.
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