26/2/2015 - Caso, determinismo, probabilità

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26/2/2015 - Caso, determinismo, probabilità

26/02/2015 26 febbraio 2015, ore 15.30

Introduce e modera
Maria Carla Galavotti - Università di Bologna.
 
Ne discutono
Donata Romizi - Università di Vienna
Antonello La Vergata - Università di Modena e Reggio Emilia.
 
Fino almeno alla metà dell’Ottocento, il determinismo ha regnato in fisica ed è stato l’ideale a cui hanno guardato gli studiosi di altre discipline. Nella concezione deterministica della natura, il caso era un elemento estraneo, un concetto dovuto alla (inevitabile) imperfezione delle conoscenze: la sua parte negli eventi era destinata a ridursi a mano a mano che le conoscenze progredivano. Quando non era possibile accertare rapporti deterministici di causa ed effetto, lo scienziato era costretto a esprimersi in termini di probabilità e, nei casi in cui era usabile la matematica, poteva servirsi del calcolo delle probabilità.
Lo sviluppo della statistica, che riguardò anche quelle che oggi chiamiamo scienze umane, erose lentamente, di fatto, l’ideale deterministico. Gli sviluppi del calcolo delle probabilità e delle tecniche statistiche avviarono le scienze fisiche a un uso sempre maggiore di tali strumenti nella trattazione di fenomeni complessi.
Un caso rivelatore è quello della teoria darwiniana della selezione naturale. Pur condividendo l’ideale deterministico della scienza e considerando l’uso del termine “caso” come una conseguenza della nostra ignoranza delle cause, Darwin pensava l’azione della selezione naturale sulle “variazioni casuali” nelle popolazioni animali e vegetali in termini potenzialmente, o implicitamente, statistici. La sua impostazione aprì la strada alla genetica delle popolazioni (Ronald Aymler Fisher, 1890-1962). Il filosofo americano Charles Sanders Peirce (1839-14) notò le impressionanti analogie concettuali fra l’impostazione darwiniana e quello che avveniva nella fisica dei gas. Ma gli sviluppi della biologia evoluzionistica avrebbero dovuto attendere l’accettazione della genetica di Johann Gregor Mendel (1822-84) anche sul terreno della trattazione matematica dei dati.
I primi decenni del XX secolo sono caratterizzati da una serie impressionante di risultati teorici e sperimentali nell’ambito della fisica, destinati a sconvolgere la nostra immagine del mondo. I primi sviluppi della fisica quantistica mettono in luce misteriose anomalie che sembrano contraddire le nozioni classiche di oggetto fisico e causalità. Gli oggetti della fisica quantistica si mostrano dotati di un’identità contraddittoria e indeterminata. Gli esperimenti a cui essi sono sottoposti mettono in discussione la separatezza tra soggetto osservatore e oggetto osservato e contraddicono le più basilari leggi della probabilità.
Prende forma la meccanica quantistica, che consente solo previsioni probabilistiche e sembra sancire l’ineliminabilità del caso dallo sviluppo dei processi fisici. Si tratta di cambiamenti nella nostra immagine dell’universo che affascineranno anche alcuni protagonisti della produzione letteraria contemporanea, come Robert Musil (1880-1942) ed Hermann Broch (1886-1951).
 

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